IL NUOVO LIBRO DI CRISTINA PORTOLANO "NON SO CHI SEI" - TRA SESSUALITA' E APP PER INCONTRI



Parlare di relazioni tra uomini e donne non è mai facile. Se poi di mezzo c'è la sessualità tutto diventa ancora più complicato. Cristina Portolano con il suo "Non so chi sei" (Rizzoli Lizard) prende questi aspetti e li fa suoi, prendendo spunto dall'utilizzo di una delle app di incontri più diffusa e dalla vita stessa dell'autrice.

SINOSSIChi nel ’68 sognava l’amore libero, non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe stato accontentato da un telefono. Tinder, OkCupid, Grindr (e tante altre) sono delle app di incontri che hanno reso molto più facile il compito di portarsi a letto qualcuno, riducendo al minimo indispensabile le dinamiche dell’approccio e della seduzione. Questo meccanismo così schietto, se da un lato mette in ombra la sfera affettiva, a volte spinge gli utenti a una spietata riflessione su se stessi e sul ruolo che gli altri giocano nelle loro vite. È quello che è successo a Cristina che, in questo libro-confessione, a metà tra realtà e finzione, racconta un anno di incontri con perfetti sconosciuti. Una storia che spiega con grande efficacia perché il sesso non deve essere ostaggio del senso di colpa (o dell’inadeguatezza), ma trasformarsi nel più sincero strumento di auto-analisi a nostra disposizione.

"Non so chi sei" è un libro che parla di contemporaneità e di ciò che accade intorno a noi. Ma per raccontarlo nel migliore dei modi, non sarebbero bastate le mie parole; ecco perché ho pensato di rivolgere a Cristina alcune domande.


D. "Non so chi sei" parla di app per incontri. Cosa ti ha spinto ad affrontare un argomento così "scottante"?

R. Mi ha spinto il fatto che non c'era ancora niente che ne parlasse. Sono recenti libri come Future Sex e altri che trattano argomenti come Tinder e gli incontri sessuali da un punto di vista femminile ma, nel mondo del fumetto, il piacere femminile è ancora poco raccontato e rappresentato.

D. Tra le tante app di incontri, come mai hai scelto proprio Tinder?


R. Non è stata una scelta ponderata ma casuale. Penso che Tinder sia davvero l'unica app che ti può mettere in contatto con una vasta fetta di popolazione molto diversa da te.

D. Come è iniziato e si è successivamente evoluto il tuo "Non so chi sei"?

R. E' iniziato con una serie di tavole/esperimento sul portale PATREON (www.patreon.com/cristinaportolano) dove chiunque, dietro sottoscrizione di una cifra simbolica, poteva visualizzare e leggere quello che pubblicavo. Poi l'editor di Rizzoli ha letto le tavole ed ha pensato che ci fosse del materiale grezzo da poter rimodellare e riformulare...e così abbiamo iniziato a lavorare e a far prendere forma alle vere e proprie tavole che compongono il libro.


D. Il tuo progetto di Graphic Novel l'ho trovato davvero interessante. Non è facile parlare di sessualità, soprattutto nel mondo femminile. Purtroppo sono ancora tanti i tabù e stereotipi che affliggono la nostra società. Credi che prima o poi si riuscirà a superare questo "ostacolo"?


R. Gli ostacoli si superano con la quotidianità e l'educazione. Nel mio piccolo cerco di trattare qualsiasi argomento in maniera non pruriginosa ma con naturalezza. Penso che sia importante disegnare belle storie.

Proprio in questo periodo sto leggendo un libro che tratta di sessualità e adolescenti. E' l'esperienza di un'antropologa alle prese con un progetto di educazione ai sentimenti e alla sessualità (W l'amore) in alcune scuole dell'Emilia Romagna (Il libro è di Nicoletta Landi e si intitola: il piacere non è nel programma di scienze! educare alla sessualità oggi, in Italia).


Leggendolo ho capito che i tabù e gli stereotipi nascono, e a volta vengono alimentati, proprio da quegli adulti che dovrebbero educare i giovani uomini e le giovani donne a capire il proprio corpo e a scoprire i loro desideri. Finché sulla pelle degli adolescenti, e sopratutto su quella delle donne, si giocheranno partite politiche, religiose e di potere, nulla cambierà. Almeno in Italia.

Credo che sia necessario, per quanto difficoltoso e ostacolato, un lavoro sull'educazione dei più piccoli, prima di tutto, alla tolleranza e al rispetto di se e degli altri. L'educazione può anche essere supportata da prodotti culturali e di intrattenimento come libri, fumetti e serie tv purché siano belle storie e con un'approccio  necessariamente, sempre, laico.


D. Con "Non so chi sei" ho potuto capire ed identificare vari aspetti e approcci di chi si avvicina alle app per incontri. Quale è stato l'aspetto che più ti ha fatto riflettere?

R. Mi hanno fatto riflettere tutti gli approcci che ho avuto ma quelli che mi colpivano di più erano quelli dove mancava totalmente empatia. Alcuni erano davvero troppo imbarazzanti e aggressivi per permettere uno sviluppo di qualsiasi tipo.


D. Il libro è suddiviso in diverse fasi mediante 4 parole: 
ENTUSIASMO
DIPENDENZA
NOIA
RIFIUTO. 
Identificano i passaggi che hai provato durante il periodo di utilizzo dell'app? Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

R. Si sono esattamente i passaggi che attraversano tutte le persone che hanno provato almeno una volta le app. 
L'esperienza mi ha lasciato più consapevolezza di me e degli altri. Credo che queste siano tappe obbligate, consce o inconsce, che ognuno di noi attraversa non solo quando installiamo le app ma quando ci appassioniamo a qualcosa che ci solleva dalle nostre preoccupazioni momentanee.


D. Sei stata audace a raccontare la sua stessa intimità nel tuo libro; del resto, "chi non risica, non rosica". Solo chi si impegna, anche rischiando, può aspirare a ottenere qualcosa di veramente importante. Il giudizio altrui non ti sfiora minimamente, ed è proprio questo ciò che mi piace di te. Hai già in mente un nuovo progetto?

R. La cosa veramente importante che si ottiene in questi casi è una consapevolezza di se stessi e di ciò che si è disposti a mettere in gioco. Nuovi progetti ne ho ma è ancora tutto molto embrionale per poterne parlare.

D. Grazie Cristina per il tuo tempo. Hai altro da aggiungere che ti preme comunicare?

R. Grazie a te...e si, direi a tutti i tuoi lettori e lettrici: sentitevi liberi.

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