LA NASCITA DEL NOME METAMORPHOSE (( Parte I ))


Oggi vorrei spiegarvi la nascita del nome METAMORPHOSE.



Tutto ebbe inizio nel 2005 quando fui ammessa tramite curriculum alla partecipazione del Workshop Nazionale di Progettazione riguardante "Idee e progetti per il recupero e riqualificazione urbana in aree minori e non nell'epoca della globalizzazione", organizzato dalla Facoltà di Architettura di Reggio Calabria.

Workshop che voleva essere l'occasione per sperimentare con la prassi progettuale, le teorie del recupero e della riqualificazione edilizia ed urbanistica nel contesto territoriale del Comune di Tropea (VV).


Il Workshop si articolava in quattro giornate e prevedeva un seminario di studi iniziale atto a fornire elementi basilari di conoscenza dell’area di studio. Scopo del Workshop era produrre 3 tavole progettuali che una giuria, opportunamente scelta, avvrebbe valutato proclamando dei vincitori. Il progetto di seguito illustrato (realizzato da Roberta Mirata, Irene Timpanaro, Luciano Zingale e Maria Francesca Tuscano) è risultato il progetto vincitore.

Due i temi da trattare:
1. "Tropea come centro di area vasta"
2. "Tropea città d'acqua e di memoria antica"

PROLOGO


Le città nelle quali viviamo tendono sempre più ad uniformarsi tra loro.

Nell’ultimo decennio è aumentato l’interesse per il rapporto tra acqua e terra fino al punto di dar vita ad una serie di progetti che possono adesso essere collocati all’interno di una vera e propria “scuola di progettazione”, nella quale prevalgono il recupero, la rifunzionalizzazione e l’intento generalizzato del miglioramento della qualità della vita.

In particolar modo, è la fascia litoranea a rappresentare la sfida maggiore e, nello specifico, quei tratti di costa che fronteggiano spazi urbani ormai consolidati, in alcuni casi addirittura storici; luoghi dai forti contrasti, territori strategici, poli economici importantissimi, ambienti dai mille volti, dove tutto si incontra: terra e mare, culture tradizionali e sviluppo del turismo, industria portuale e sopravvivenza di attività di lavoro tradizionali.

Sono luoghi dove le identità si esaltano, quelle tradizionali vengono a contatto con quelle più recenti, gli usi e le funzioni molteplici garantiscono vitalità e ricchezza di sensazioni.


Atmosfere che non possono essere rappresentate (o, perlomeno, non lo sono che in parte), tanto meno riproposte in altri luoghi.
È all’esaltazione della loro immagine, alla autorappresentatività ed alla riconoscibilità dei luoghi che i progetti devono puntare.


IL PROGETTO - METAMORPHOSE, ASSENZA DI STASI


Il progetto “assenza di stasi” vuole ciò per Tropea, luogo d’incanto e di passioni dove il mare e la terra si incontrano, dove “roccia e fabbrica” si fondono ed esaltano il rapporto tra uomo e natura.


La cittadina si discosta da ogni altra località della Calabria per l’incontro armonico che in essa si opera tra bellezze naturali, remoti ricordi storici, arte e ambiente.

Il suo etimo più probabile (dal greco Tropè - giro, volgimento) si riferisce al sostrato topografico su cui sorge, un vasto scoglio di forma quasi circolare. Il significato sempre riconducibile all’idea di “volvenza”, di dinamismo, di proiezione del passato nel futuro è inevitabilmente legato alla METAMORPHOSIS, aspetto che in passato è stato colto anche da M. C. Escher che qui trovò ispirazione per la sua prolifica opera.


Un'analisi preliminare ha fatto notare come l'orografia dei luoghi è varia.
La conformazione morfologica della città di Tropea è molto articolata e la sua esposizione rispetto alla rosa dei venti e al percorso solare creano paesaggi sempre cangianti che sottolineano il legame profondo Terra - Acqua.


L’area del promontorio da cui emerge il centro storico presenta della caratteristiche architettoniche ed urbanistiche interessanti: il sistema di vicoli, cortili e corti appare, paradossalmente, chiuso in se stesso e presenta delle potenzialità ancora inespresse.


Altri fattori, non meno importanti, sono legati all'individuazione delle aree destinate alle attività economiche di artigianato tipiche del luogo, in un confronto continuo tra presente e passato.


Come anche la funzione commerciale del porto, l'antica area in cui si tessevano le reti, la via dei forgiari, l'antica piazza del mercato...Tutti elementi che possono diventare "Progetto della Memoria del Luogo" e, quindi, portare al rafforzamento del legame con il Genius Loci.

La Programmazione Territoriale non può essere disgiunta dalla conoscenza dei principali elementi che condizionano l’evoluzione fisica – naturale e storica – culturale di un insieme ambientale.


NON è FINITA QUI..SEGUE NEL PROSSIMO POST





Commenti

Posta un commento

Thank you so much for this comment. Stay tuned and see you!!
Roberta